A casa di Marco
29 Settembre 2000

Abbiamo chiesto a Marco di parlarci dei progetti a cui ha collaborato in questa estate. A chiusura della "chiacchierata" Marco ha commentato in modo generale queste sue nuove esperienze:

Sono state esperienze capitate nel momento giusto. Quello dopo l'uscita del disco, è stato un anno abbastanza travagliato. Ho passato diversi mesi indignato, stressato, ansioso: tiravo fuori rancori e cose non piacevoli. Credevo che non mi fosse stata data giustizia. Una volta presa visione di questo, o ti fai il fegato amaro oppure reagisci e ti dici: cos'è che mi piace fare? Mi piace suonare, mi piace andare avanti in questa cosa, che non diminuisce di entusiasmo. Andiamo avanti in questa strada.

Nel momento in cui è subentrata in maniera più chiara la figura di Isa (Isabel Preuilh, NdR) come manager, io mi sono sentito più sicuro, sgravato cioè da certe responsabilità, delle quali si è fatta carico lei. Abbiamo lasciato l'agenzia, passo importante perché non sai bene a cosa vai incontro, tutto il management è passato ad Isa, lei si è trovata ad affrontare una bella responsabilità ed un bel lavoro, ma questa scelta si è rivelata essere la strada giusta.

Io non ho mai suonato quanto ho suonato quest'estate, non solo come gruppo, ma anche a livello personale. Questo mi ha permesso di fare nuove esperienze, di lasciarmi alle spalle un po' di cose e di espormi di più: ero sempre stato racchiuso ed appoggiato in questa formula di gruppo. Il dover affrontare in prima persona un palco tutto da solo, come raramente avevo fatto, esporsi ai massimi livelli, oppure salire su un palco, come è successo per Pullman my Daisy, non conosciuto, non annunciato ed in un contesto non tuo, mi ha restituito un sacco di entusiasmo e mi ha aperto ancora di più alle influenze. Mi ha fatto riprendere in mano la situazione.

Mi è servito uscire dal mio mondo, sia la livello dell'impatto col pubblico sia a livello di impatto con le persone con le quali lavoravo. Prima di tutto non mi ha fatto pensare alle dinamiche e alle restrizioni che si creano in una normale carriera di musicista, poi il sapere che esistano altre strade entusiasmanti, con questo non voglio dire che adesso mi metterò a fare della Poesia, voglio semplicemente dire che non sono precluse certe contaminazioni, certi accenni, certe collaborazioni. Adesso che ritorno nel mio mondo ed affronto il nuovo disco, tutto quello che ho vissuto entrerà come atteggiamento nel nuovo lavoro. Come spirito l'esperienza del Pullman, come materiale il lavoro con la Company Blu.

A cura di Riccardo Barlondi, Simone Civai, Sandro Dapinguente, Paolo Fidanzati

la coscienza ha brillato.. di coscienza incoscienza..